Il Museo Etnografico dell'Alta Brianza documenta la vita quotidiana, in particolare delle classi popolari, di coloro che sono vissuti e vivono in Brianza e nel Lecchese. Il dialogo tra ricercatori e portatori della cultura locale permette di illustrare con oggetti e documenti audiovisivi occupazioni, usanze e credenze di questo territorio e dei cambiamenti in atto. Le sezioni permanenti del Museo sono dedicate alla bachicoltura, ai lavori agricoli, all’allevamento, all’alimentazione e al flauto di Pan (firlinfö), divenuto nel Novecento lo strumento musicale simbolo del folclore locale. Oltre all'esposizione permanente, un piano della sede di Camporeso è dedicato alle mostre temporanee, accompagnate da documentari originali, incentrate su gruppi sociali con una proprio cultura e su diversi fenomeni collettivi, di ieri e di oggi: dalla costruzione dei muri a secco alla pesca professionale, dal matrimonio nel passato e nella contemporaneità al gioco nelle sue varie espressioni, dal ciclismo come esperienza ludica e come professione al ruolo degli oggetti religiosi nella vita quotidiana e nelle pratiche devozionali, dalle credenze e le pratiche legate alla nascita al ruolo di mestieri fondamentali nel passato come il maniscalco o il bottaio, ecc.
Nella sala intitolata all'etnomusicologo Roberto Leydi si propongono incontri, conferenze, resoconti di ricerca all’interno di una rassegna annuale intitolata Voci, gesti, culture. Tra locale e globale, mentre nei laboratori si propongono alle scuole e ai gruppi varie attività legate alle ricerche sulle culture locali. Fuori dalla sede del museo, presso il roccolo di Costa Perla, è allestito uno spazio dedicato alla caccia e all'uccellagione tradizionali. Le visite al museo sono accompagnate da guide volontarie, che testimoniano la partecipazione sociale che il MEAB intende valorizzare con le sue ricerche e oltre.
Il Museo Etnografico dell'Alta Brianza è stato riconosciuto da Regione Lombardia come Museo nel 2004.